_Prodotti solari in commercio
Come detto nelle puntate precedenti i filtri solari hanno bisogno di un veicolo che li renda facilmente spalmabili ed aderenti alla pelle. In altre parole, se avete in casa dell’ossido di zinco non tentate di proteggervi dal sole spolverandolo sul corpo come fosse cipria: non raggiungereste il vostro scopo, tanto più che le formulazioni disponibili in commercio sono molteplici ed adatte a soddisfare una grande pluralità di esigenze e di gusti personali. Vediamole con maggiore dettaglio, riprendendo ed ampliando la classificazione operata da Altroconsumo, associazione consumatori tra le più note in Italia.
Creme e lozioni. Sono la tipologia più diffusa. Estremamente versatili, abbracciano un’ampia gamma di SPF, si spalmano facilmente e creano il filtro omogeneo che ci occorre. In linea di massima risultano essere la soluzione migliore, seppure vada sempre prestata grande attenzione all’etichetta e all’elenco degli ingredienti contenuti.
Olio. Di facile applicazione, scivola piacevolmente sulla pelle ma ha l’ovvio difetto di ungere. Tale formulazione era solitamente riservata a SPF medio-bassi, ma di recente L’Oreal ha lanciato sul mercato anche protezioni più elevate.
Stick. E’ un solare solido, quasi fosse un mega burro cacao, adatto a quelle aree di ridotta dimensione per le quali occorre massima protezione: labbra, zigomi, contorno occhi, inguine. Spesso contiene filtri fisici in abbinamento a quelli chimici, creando la patina bianca di cui abbiamo parlato nel paragrafo apposito.
Gel. Formulazione caratterizzata da un’elevata percentuale di alcol, elemento deleterio per pelli sensibili ed irritate (ma anche per pelli normali: a lungo andare provoca secchezza) seppure utile a creare un immediato senso di freschezza: l’alcol, infatti, evapora molto rapidamente alleviando la sensazione di caldo opprimente. I solari in gel hanno usualmente protezioni basse e offrono raramente una protezione omogenea.
Spray. Molto pratici e facili da usare ma poco sicuri: la barriera creata sulla pelle non è infatti sufficientemente corposa da garantire una buona protezione.
La protezione solare richiede alle aziende produttrici grandi sforzi ed investimenti in ricerca e test di valutazione dell’efficacia, un dispendio di risorse economiche ed umane che spesso le piccole ditte non possono permettersi. Ecco perché, a dispetto di quanto sostengo in altri ambiti, le grandi case cosmetiche, quelle da supermercato, finiscono per offrire una maggiore sicurezza rispetto ai piccoli laboratori artigianali.
Quanto detto non risolve il problema di base: scelta la formulazione, ad esempio in crema, a quale brand mi rivolgo? La differenza la fanno gli inci. Torno quindi a ripetere: stampate il prontuario riportato nei paragrafi dedicati ai filtri solari e non abbiate timore o vergogna di estrarre dalla borsa il vostro magico foglietto, di prendere il solare che vi ha colpito e di andare ad analizzare i suoi ingredienti alla luce di quanto ora sappiamo.
Per avere uno spunto sui criteri da prendere in esame vi segnalo una tabella comparativa realizzata nel 2009 da Altroconsumo. Scaricatela e conservatela sul vostro computer, ricordandovi che le formulazioni spesso cambiano nel corso del tempo e nei due anni trascorsi alcuni prodotti potrebbero essere migliorati o, di contro, peggiorati.
Noterete che il solare vincitore nelle alte protezioni è quello di casa L’Oreal; ebbene: l’anno scorso sono riuscita a trovarlo, seppure con immensa fatica, trovandomi davanti a due prodotti con lo stesso nome ma con packaging e INCI leggermente diverso: che cosa fare? Niente panico: ho appurato che entrambe le composizioni fossero fotostabili e ho fatto la mia scelta.
Vorrei spendere qualche parola anche sul packaging: le confezioni ci inducono spesso allo spreco, portandoci a gettare flaconi contenenti fino a 5 euro di prodotto. E’ quanto emerso da una ricerca di Altroconsumo: pur schiacciando e premendo e spremendo tubetti e bottigliette non riusciremo mai a utilizzare tutto il prodotto per il quale abbiamo pagato. Il contenuto sprecato va dal 5% di Ambre Solaire (68 centesimi sprecati) e di Lancaster al 21% di Collistar (5 euro sprecate), attestandosi su una media generale dell’11%. Vale la pena munirsi di forbici e jar vuota per tagliare la confezione e recuperare fino all’ultima goccia.
Fototipo, questo sconosciuto
Quando televisione e giornali si occupano di protezione solare introducono spesso il concetto di fototipo. Per capire di cosa si stia parlando esattamente dobbiamo andare a scomodare la dermatologia, secondo la quale il fototipo è una classificazione in sei livelli della quantità e qualità di melanina presente nella pelle in condizioni standard. Si tratta, dunque, di un indice volto a prevedere le reazioni indotte sull’epidermide dalle radiazioni ultraviolette nonché l’intensità e tipologia dell’abbronzatura che è possibile raggiungere.
Per capire a quale tipologia si appartiene è possibile fare riferimento ad una serie di caratteristiche fisiche, cercando di essere il più obiettivi possibili:
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Fototipo 1: carnagione chiara, capelli biondi o rossi, occhi chiari, spesso sono presenti lentiggini. Possiede un tipo di pelle estremamente sensibile, portata a sviluppare eritemi solari. Il rischio di danni dovuti all’esposizione solare è elevata e bisognerebbe evitare esposizioni non protette. L’abbronzatura è pressoché inesistente.
Fototipo 2: carnagione chiara, capelli biondo scuro o castano chiaro, occhi chiari o scuri, spesso sono presenti lentiggini. Possiede un tipo di pelle delicata e portato alle scottature. L’abbronzatura è appena accennata e di un bel colore dorato.
Fototipo 3: carnagione bruno-chiara, capelli castani, occhi chiari o scuri. Esposizioni prolungate potrebbero portare scottature. L’abbronzatura è intensa e piacevole. Si tratta del fototipo più comune in Italia.
Fototipo 4: carnagione olivastra o scura, capelli castano scuro o nero, occhi scuri. Possiede un tipo di pelle poco sensibile e resistente alle scottature. L’abbronzatura risulta intensa.
Fototipo 5: carnagione bruno-olivastra, capelli neri, occhi scuri. La pelle non reagisce all’esposizione solare.
Fototipo 6: carnagione nera, capelli neri, occhi scuri. La pelle non cambia colorazione se sottoposta a radiazioni ultraviolette.
Avete individuato il vostro fototipo? Bene, perché vi sarà di aiuto nell’individuare il fattore di protezione più adatto alla vostra persona.
Continua la lettura:
Parte 1 – Protezione solare: è davvero importante?
Parte 2 – Pelle, SPF e fotostabilità
Parte 3 – Filtri fisici
Parte 4 – Filtri chimici
Nei prossimi giorni on line…
Parte 6 – Sane abitudini.
Parte 7 – Ahi-ahi! Rimedi naturali contro le scottature.
Restate sintonizzate sul blog ;)