I filtri fisici sono polveri inerti e opache che riflettono sia i raggi UV sia la luce visibile, proprio come potrebbe fare uno specchio.
Sono spesso presentati come ipoallergenici, fotostabili, capaci di riflettere sia i raggi UVB che gli UVA ed ecocompatibili (su questo punto discuteremo nel prossimo paragrafo).
Il (presunto) rapporto virtuoso con l’ambiente si accompagna ad una stesura poco confortevole: le creme che utilizzano filtri fisici sono infatti solite creare uno strato bianco sulla pelle, dovuto alla riflessione della luce, problema ovviato utilizzando micropigmenti: particelle più piccole, anche nanoparticelle, che riflettono i raggi UV ma non la luce visibile. Il lato negativo va cercato negli effetti del tutto sconosciuti che l’uso di tali particelle provoca sul corpo umano.
Vediamoli uno ad uno:
– Ossido di zinco (indicato nell’inci come zinc oxide)
– Biossido di titanio (nell’inci titanium dioxide)
Tengo tuttavia a sottolineare come l’ossido di zinco non sia presente nell’elenco dei filtri solari ammessi dalla Commissione Europea, mentre risulta tale negli Stati Uniti.
Riflessione sull’ecobio
Parlando di filtri fisici è d’obbligo una parentesi sul significato del termine ecobio.
Il suffisso bio rimanda alla biologicità e, quindi, alla produzione scevra da agenti chimici.
Il prefisso eco rimanda invece ad un concetto più complesso e, spesso, affrontato in maniera non completa. Per promuovere una sostanza come ecologica non basta, infatti, che sia completamente naturale e che il suo utilizzo non comprometta la salute umana e l’ambiente: è necessario che tutto il percorso che inizia con la produzione e termina con le conseguenze del suo utilizzo non rechi danni all’ecosistema.
L’ossido di zinco e il biossido di titanio rispettano questo presupposto? No. Sono di origine naturale, ma l’estrazione del minerale in cui sono contenuti risulta infatti estremamente oneroso per l’ambiente; l’isolamento della sostanza pura comporta l’utilizzo di metodi meccanici (riscaldamento) o chimici (acido solforico) a loro volta inquinanti e, in ultimo, l’ossido di zinco inquina le acque in cui viene disciolto. Come se non bastasse gli scarti della lavorazione contengono spesso piombo.
Problematiche legate all’uso dei filtri fisici
Alle problematiche ambientali se ne legano altre, legate alla salvaguardia della nostra salute.
Il biossido di titano, se sottoposto al calore solare, produce infatti i così detti radicali liberi, elementi molto dannosi per l’uomo. Ma cosa sono esattamente i radicali liberi? Per rispondere dobbiamo tornare alla ionizzazione, essendo questo un fenomeno molto simile. Il nostro atomo, da ora amichevolmente battezzato Gino, ha un elettrone instabile; un elettrone, insomma, che si è montato la testa, vuole fare il battitore libero: ballonzola di qua e di là e non vuole proprio stare al suo posto, è così dispettoso che basta pochissimo a farlo fuggire via o a creare nuovi legami. Lo so, fino ad ora non sembra esserci nulla di male, ma abbiate fiducia e pazienza.
Questi atomi muniti di elettrone ballerino si formano infatti attraverso la scissione di una molecola per azione della luce o del calore (raggi solari). Esemplifichiamo chiamando in causa il biossido di titanio; lo dice il nome stesso: bi-ossido, ovvero una molecola formata da due atomi di ossigeno (l’ossido, appunto) e una di titanio. Tale molecola, colpita dai raggi solari, libera un atomo di ossigeno e… signore, vi presento il nostro radicale!
Tutto ciò è estremamente deleterio: i radicali di ossigeno sono infatti pericolosi perché capaci di interagire a livello cellulare procurando danni di varia natura. Se utilizzate questo tipo di solare sarebbe buona norma legarvi un buon antiossidante quale le vitamine A, C ed E.
Altro argomento spinoso riguarda le dimensioni delle polveri utilizzate. Quando parliamo di filtri fisici ci riferiamo infatti a sostanze di origine minerale, spezzate e sminuzzate fino ad ottenere una polvere che, veicolata da una crema, andrà ad aderire alla pelle offrendo protezione dal sole.
Un solare contenente biossido di titanio o ossido di zinco a granulometria elevata tenderà a creare una patina bianca piuttosto sgradevole alla vista. Per ovviare al problema è necessario sminuzzare ancora la polvere utilizzata, rendendo i granelli di diametro sempre più piccolo (per granulometria si intende proprio la grandezza dei granelli), fino a raggiungere dimensioni calcolate in nanometri: le così dette nano particelle. Un nanometro è pari ad un milionesimo di millimetro, una dimensione di molto inferiore rispetto ai nostri pori.
Quali sono le interazioni di particelle tanto piccole con la nostra pelle e le nostre cellule? Al momento non lo sa nessuno: le nano particelle sono utilizzate da troppo poco tempo perché si possa avere una casistica sufficientemente ampia da poter stilare statistiche attendibili. Anche gli studi scientifici non ci vengono in aiuto: alcuni evidenziano forti rischi per la salute umana, altri espongono effetti del tutto trascurabili. A chi credere? Al momento siamo liberi di scegliere se utilizzarli o meno, ma a fronte di questa incertezza credo sia fondamentale il principio di prudenza e, personalmente, cerco di evitarli.
I reparti di ricerca e sviluppo dei vari colossi cosmetici hanno trovato una soluzione rivestendo le particelle nano con altre sostanze quali, ad esempio, siliconi o allumina. Questo procedimento permette di sfruttare la trasparenza delle nano particelle evitando eventuali penetrazioni a livello cellulare; non solo, il rivestimento riesce anche a limitare la formazione di radicali liberi. Il tutto ha però un prezzo piuttosto elevato: la perdita della completa naturalezza del prodotto.
Ricapitoliamo:
i filtri fisici di dimensione non nano sono di origine naturali (evviva!) ma una volta spalmati creano una patina bianca (orrore!).
i filtri fisici di dimensione nano ma rivestiti presentano sostanze non naturali (orrore!) ma una volta spalmati sono completamente trasparenti (evviva!).
Continua la lettura:
Parte 1 – Protezione solare: è davvero importante?
Parte 2 – Pelle, SPF e fotostabilità
Parte 4 – Filtri chimici.
Parte 5 – Prodotti solari in commercio e fototipi.
Nei prossimi giorni on line…
Parte 6 – Sane abitudini.
Parte 7 – Ahi-ahi! Rimedi naturali contro le scottature.
Restate sintonizzate sul blog ;)