Le naturali difese della pelle
Quando sottoposta all’azione solare, la pelle attiva una difesa naturale: la tintarella. L’epidermide si colora rilasciando melanina, pigmento sì responsabile dell’abbronzatura ma anche e soprattutto utile strumento di filtraggio dei raggi UV, ai quali impedisce di penetrare fino alla parte più profonda del derma.
L’abbronzatura da sola non basta, soprattutto se si appartiene ad un fototipo chiaro, ed occorre proteggersi attraverso l’applicazione di creme contenenti filtri solari di varia natura e composizione, tutti accomunati dal medesimo scopo: difendere la pelle.
La grande disponibilità di creme solari oggi sul mercato rende difficile scegliere con criterio, basandosi sulla reale efficacia del prodotto e non sul packaging accattivante o sulle promesse spesso improbabili gridate dagli espositori.
Gli articoli che formano questo grande excursus sulla protezione solare cercano di fornire i criteri di base per una scelta ponderata.
Le difese esterne: cos’è l’SPF?
Il livello di protezione è indicato sui solari con la dicitura SPF seguita da un numero. La logica è banale: più alto è il numero maggiore è l’efficacia della protezione. Ma efficace in che senso? E la sigla SPF cosa significa?
Partiamo dalla seconda domanda: SPF è l’acronimo di Sun Protection Factor (fattore di protezione solare), vale a dire la quantità di radiazioni UVB necessarie a provocare scottature sulla pelle. Una crema con SPF 30 contrasterà una quantità maggiore di radiazioni rispetto ad una crema con SPF 15. Lampante. Proviamo tuttavia a fare un passo oltre e diciamo che la formula magica va cercata in queste due parole: quantità di radiazioni. Sì, lo so, significa complicarci la vita e portarvi ad abbandonare questo articolo proprio ora che siamo arrivati al dunque, ma non demordete: le cose si fanno interessanti, continuate a leggere.
La pelle si scotta se sottoposta ad una certa quantità di radiazioni solari; la crema solare moltiplica questa quantità per il fattore di protezione. Vi scottate dopo 20 minuti di sole di mezzodì? Con una protezione 30 vi scotterete dopo 20×30 minuti, ovvero dopo 600 minuti. Questo significa poter mettere la crema al mattino e dimeticarsene per le successive 6 ore? Sarebbe troppo bello per essere vero, e infatti non lo è: la protezione solare deve essere ripetuta ogni 2 max 3 ore poiché dopo tale lasso di tempo la protezione decade* (*cit. dal meraviglioso forum L’angolo di Lola).
Per determinare la quantità di radiazioni risulta quindi fondamentale non solo la durata dell’esposizione ma anche il momento in cui essa ha luogo (ed altri fattori quali la vicinanza all’equatore: la quantità di radiazioni cui viene sottoposta l’epidermide varia infatti a seconda della fascia oraria; a mezzogiorno le radiazioni sono più intense che alle sei del pomeriggio ed occorrerà loro meno tempo per superare la soglia critica della scottatura.
Attenzione, però: i calcoli sopra indicati prevedono una quantità di crema pari a 2 milligrammi di prodotto per centimetro quadrato di pelle, una dose molto generosa rispetto a quella comunemente usata. Per proteggere viso e collo dovremmo utilizzare una quantità pari a 2,5ml. Si tratta, in pratica, della quantità contenuta in un intero campioncino di crema viso. Ridurre la quantità di prodotto riduce l’SPF effettivo in modo ben più che proporzionale, rendendo spesso la protezione del tutto irrisoria, non abbiate dunque paura di abbondare con il vostro solare.
Fino ad ora abbiamo parlato di come proteggerci dai raggi UVB, i cui effetti si manifestano attraverso ustioni e arrossamenti, non resta che parlare di come difenderci dai raggi UVA, responsabili dell’invecchiamento cutaneo ma i cui effetti non sono immediatamente percepibili.
Purtroppo la protezione dai raggi UVA non è così efficace come quella dai raggi UVB: la normativa europea prevede il solo obbligo, per i produttori, di fornire un livello minimo di protezione pari ad un terzo rispetto al SPF dichiarato. La vostra crema solare ha SPF 30? La protezione dai raggi UVA è pari almeno ad 1/3, ovverosia a 10.
Non vi è, insomma, un prodotto davvero capace di proteggere completamente il nostro corpo dai raggi UVA: ecco perché ad una buona crema solare è necessario affiancare una serie di sane abitudine (di cui parleremo nel paragrafo apposito). Possiamo, però, leggere con attenzione gli INCI (elenchi degli ingredienti) per trovare la crema solare che più si addice alle nostre esigenze.
Scegliere i filtri solari: fotostabilità.
Per essere ottimale un filtro solare non deve perdere d’efficacia se sottoposto agli effetti della luce: deve, cioè, essere fotostabile. Un filtro non fotostabile, infatti, diminuisce d’efficacia dopo un breve periodo di esposizione alla luce solare. Quest’ultima andrebbe infatti a modificare la molecola del filtro, trasformandola in un’altra molecola, inattiva e senza alcun potere filtrante.
A onor del vero bisogna sottolineare come il potere filtrante subisca una costante diminuzione anche in prodotti fotostabili: come abbiamo già detto la crema va riapplicata ogni 2 ore ed in quantità congrua (ovverosia abbondante, leggi quanto scritto nel paragrafo precedente: cos’è L’SPF): nei filtri non fotostabili, tuttavia, questo processo è accelerato.
Accenno inoltre al fatto che alcuni filtri non fotostabili possono essere stabilizzati grazie alla presenza di alcuni ingredienti, ma si tratta di un argomento che dettaglieremo più avanti.
I filtri ultravioletti si suddividono in due grandi categorie: filtri fisici e filtri chimici, li vedremo nel dettaglio nella parte numero 3 e numero 4.
Continua la lettura:
Parte 1 – Protezione solare: è davvero importante?
Parte 2 – Pelle, SPF e fotostabilità
Parte 3 – Filtri fisici.
Parte 4 – Filtri chimici.
Parte 5 – Prodotti solari in commercio e fototipi.
Nei prossimi giorni on line…
Parte 6 – Sane abitudini.
Parte 7 – Ahi-ahi! Rimedi naturali contro le scottature.
Restate sintonizzate sul blog ;)
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