Se pensi che Natale significhi solo albero addobbato, pacchetti infiocchettati e Babbo Natale dalla folta barba bianca, stai per avere una sorpresa! Il periodo natalizio è infatti celebrato in gran parte del mondo, spesso in modi incredibilmente diversi, e molte culture hanno tradizioni di Natale così uniche da non poter che restare affascinati!
Krampus: i demoni che accompagnano San Nicola in Austria, Germania, Repubblica Ceca e non solo
Iniziamo con una tradizione di Natale dal costume decisamente dark: i Krampus. In Austria, Germania e Repubblica Ceca, così come nelle regioni Italiane del Trentino Alto-Adige e del Friuli Venezia Giulia, nel mese di dicembre alcune persone si mascherano per impersonare questo essere mostruoso, metà uomo e metà capra, che accompagna San Nicola. Il loro compito non è però quello di portare regali, anzi, devono spaventare i bambini che non si sono comportati bene durante l’anno appena trascorso.
I costumi sono generalmente curatissimi e ricchi di dettagli, con maschere lavorate, pellicce e corna. Il trucco drammatico e le pelli scure completano il look, trasformando i partecipanti in creature sì spaventose, ma anche incredibilmente affascinanti per ogni appassionato di makeup teatrale e prostetico. È un modo per ricordare che Natale non è solo dolcezza e lucine, ma anche un pizzico di mistero e folklore oscuro.
Santa Lucia: una tradizione di Natale molto sentita in Svezia (e sì, anche a Milano)
E’ una festa particolarmente sentita in Svezia perché, nell’immaginario collettivo, porta un po’ di luce e calore nei giorni bui di dicembre. Il 13 dicembre, quando le mattine sono ancora avvolte nel buio, le strade, le scuole e le chiese si riempiono di canti, candele e profumo di dolci allo zafferano, i famosi “lussekatter”. Ogni anno viene inoltre indetto un concorso a livello nazionale, per scegliere la ragazza che interpreterà il ruolo di Lucia. Sarà lei a guidare un corteo di giovani donne, abbigliate con il tradizionale abito bianco e una corona di candele accese in testa (oggi per lo più elettriche, onde evitare di trasformarsi in torce umane), che usano il canto per portare un messaggio di speranza e l’augurio che il grigiore dell’inverno passi presto.
Questa tradizione di Natale è così radicata nella cultura svedese che ogni scuola e persino molti luoghi di lavoro la celebrano. I bambini adorano vestirsi da “tärnor” (le damigelle) o “stjärngossar” (ragazzi con cappelli a punta decorati di stelle) e cantare le melodie tradizionali di Santa Lucia. E non è solo una celebrazione pubblica: anche a casa, le famiglie seguono un rituale: la mattina presto, spesso una delle ragazze della famiglia si veste da Lucia e sveglia tutti portando caffè e lussekatter, rendendo quel giorno speciale anche nel cuore della famiglia.
La Notte dei Ravanelli accende la magia a Oaxaca, in Messico
In Messico, il Natale si fa invece colorato e creativo con la Notte dei Ravanelli. A Oaxaca, il 23 dicembre gli artisti locali intagliano ravanelli per creare sculture dettagliatissime, spesso ispirate a scene religiose o a momenti della cultura messicana. Durante questa festa molte persone sono solite indossare abiti tradizionali, con colori vivaci e ricami caratteristici, accompagnati da gioielli e da un trucco dai toni caldi. Il risultato è un’esplosione di colori some solo il Sud America sa fare: un inno alla cultura messicana e un modo per unire arte, tradizione e modernità. Chi avrebbe mai pensato che i ravanelli potessero diventare un’icona natalizia?
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Shogatsu: il capodanno Giapponese e il bagno nello yuzu
Una tradizione importante dal punto di vista del benessere e della cosmesi ha luogo in Giappone a Capodanno (Shogatsu), ma non nel giorno cui stiamo pensando tutti: in questo caso viene infatti festeggiata la prima luna piena del nuovo anno, nel quindicesimo giorno del primo mese lunare. Dato che nel passato questa ricorrenza cadeva sempre in un giorno diverso e questo poteva complicare le cose, a un certo punto i Giapponesi hanno deciso di semplificarsi la vita e hanno iniziato a celebrarla ogni 15 di gennaio.
In questo periodo si svolgono una serie di rituali di purificazione e bellezza, tra il bagno con lo yuzu (un agrume simile al limone), che viene fatto con lo scopo di purificare corpo e spirito e per prevenire malanni. Che possiate crederci o no, in tutto questo c’è anche un piccolo fondamento scientifico, perché l’olio essenziale rilasciato dagli agrumi dona davvero un effetto tonificante alla pelle, mentre il profumo intenso ha proprietà rilassanti. E non solo per i bipedi!
Genna e l’Habesha Kemis: tradizioni di Natale in Etiopia
Data diversa dal 25 dicembre anche per il Natale Copto, chiamato Genna, che in Etiopia viene celebrato il 7 gennaio secondo il calendario ortodosso, ed è caratterizzato da riti e simboli che rispecchiano la bellezza autentica e le tradizioni millenarie del Paese. In questa occasione, le donne etiopi indossano il Habesha Kemis, un abito lungo bianco decorato con ricami elaborati. Confezionato generalmente con tessuti naturali, ha una linea morbida che accompagna la figura ed esalta la bellezza naturale senza rivelare troppo.
Le acconciature, dal canto loro, sono spesso elaborate e realizzate secondo tecniche tradizionali che richiedono tempo e abilità. Anche il trucco è semplice e minimalista, volto a valorizzare i lineamenti senza mascherarli. Accessori come collane e bracciali completano il look, spesso ispirati alla tradizione ortodossa e ai simboli religiosi. Il risultato è una celebrazione della bellezza naturale, autentica e senza tempo, che riflette lo spirito di questa festività etiope unica.
Altre tradizioni di Natale non beauty ma curiose!
Tra le altre tradizioni natalizie curiose e uniche che si trovano in giro per il mondo, ce n’è una che arriva dalla Spagna e più precisamente dalla Catalogna. Lì non è davvero Natale senza il celebre Caga Tió: un simpatico tronco di legno con occhi, naso e bocca, che i bambini nutrono ogni giorno fino alla vigilia. Solo in quel momento, intonando canti tradizionali, lo colpiscono con dei bastoni per fargli defecare dolci e piccoli regali. Strano, ma simpatico.
In Giappone, invece, il Natale si celebra con una tradizione moderna ma ormai consolidata: il KFC di Natale. Grazie a una campagna pubblicitaria degli anni ‘70, il pollo fritto è inaspettatamente diventato il piatto simbolo delle feste per milioni di giapponesi. Molte famiglie ordinano il loro Christmas Chicken con settimane d’anticipo, trasformando un pasto semplice in un evento speciale. In un paese dove il Natale non è storicamente radicato, questo rituale rappresenta la capacità delle festività di evolversi e adattarsi alla cultura locale. Simpatico, ma non ditelo alle nonne italiane!
Nella Repubblica Ceca il Natale è il momento in cui le donne single possono tentare la fortuna in amore con un piccolo rito: lanciano una scarpa dietro le spalle verso la porta d’ingresso, e se la punta della scarpa è rivolta verso la porta il matrimonio potrebbe arrivare entro l’anno.
In Norvegia troviamo invece una tradizione che sembra provenire direttamente dalle pagine di un antico racconto: durante la vigilia di Natale, le famiglie nascondono le scope per evitare che spiriti maligni o streghe le rubino per volare. Questa credenza popolare aggiunge un tocco di mistero e fascino al Natale norvegese, unendo folklore e festività in un rituale che ricorda più Halloween che Natale.
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