Qualche mese fa abbiamo vissuto insieme la Klorane Experience, attraverso una diretta Twitter ed Instagram che mi ha quasi prosciugato l’intera batteria del cellulare ma che ha lasciato ancora tantissime storie da raccontare ed argomenti da approfondire. Ecco, dunque, lo scopo di questo articolo, la cui lunghezza dovrebbe dirvi qualcosa sul mio grado di apprezzamento della marca, maturato sia ascoltando le parole di chi la conosce alla perfezione sia con l’uso di alcuni dei suoi prodotti.
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Pierre Fabre: l’innovazione consapevole
Prima di addentrarmi nella presentazione delle proposte Klorane non posso fare a meno di parlarvi della casa madre cui il marchio appartiene. Impossibile, invero, non restare colpiti da un’azienda nella quale i lavoratori stessi credono a tal punto da avervi investito parte dei propri risparmi: il 90% dei dipendenti figura infatti tra gli azionisti ed è dunque stimolato anche da ragioni personali alla creazione di ritrovati capaci di soddisfare le esigenze delle clienti e di affermarsi sul mercato.
Fondamentale è il contesto di ricerca farmacologica nel quale il brand va ad inserirsi: Pierre Fabre nasce come realtà farmaceutica -settore nel quale ricopre tuttora un ruolo di grande autorevolezza- e, se i cosmetici non possono essere considerati farmaci, va comunque ammesso che l’accesso ad un parterre di studi in questo campo offre una maggiore capacità innovativa ed una maggiore sicurezza.
Il marchio Klorane entra a far parte di Pierre Fabre nel 1965 e rappresenta il primo passo della casa francese sulla strada della dermocosmesi, un percorso sicuramente ricco di successi se pensiamo che alcuni dei brand più amati del momento, tra i quali spicca Avène, sono nati da quegli stessi laboratori.
Inoltre, se è vero che lo scopo ultimo è quello di creare profitto, è altrettanto vero che vi sono molti mezzi per raggiungere lo stesso fine, e la Pierre Fabre ha scelto quello dell’impegno ecosostenibile lungo tutto il ciclo di vita del prodotto. Una promessa che viene presa estremamente sul serio: così, ad esempio, gli scarti delle piante usate per l’estrazione degli attivi non vengono gettati, bensì impiegati come combustibile per il riscaldamento.
L’impegno etico non si esaurisce nel rispetto della natura. Nel 1999 Monsieur Pierre Fabre decise infatti di creare la Fondazione Pierre Fabre, riconosciuta di pubblica utilità dallo stato francese, con il preciso scopo di partecipare attivamente alla correzione delle disuguaglianze nell’accesso alle cure mediche che affliggono più della metà della popolazione mondiale.
I più scettici potrebbero pensare ad una mossa nata dal desiderio di costruirsi un’immagine positiva per mero marketing, e d’altra parte fior fior di studi dimostrano come i consumatori siano più bendisposti nei confronti di quelle aziende impegnate nel sociale, ma a smentire questa ipotesi è la decisione di Monsieur Fabre di donare nel 2008 la maggioranza delle azioni del Gruppo alla Fondazione, eleggendola anche a sua erede universale quando, nel 2013, passò a miglior vita. La Fondazione Pierre Fabre giunse così a detenere l’86% del capitale della Pierre Fabre s.a, e sebbene non intervenga attivamente nella gestione del gruppo rappresenta in ogni caso una garanzia di progresso etico e rispettoso; l’unico che valga la pena di portare avanti.
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L’universo polisensoriale di Klorane
I principi fondatori del Gruppo Pierre Fabre pervadono anche l’Institute Klorane, fondato nel 1994 con l’intento di proteggere e valorizzare quel patrimonio vegetale così ampiamente utilizzato nelle formulazioni del marchio.
I prodotti Klorane declinano la tradizione botanica secondo i dettami della modernità, presentandosi in una pluralità di linee che si rivelano sia piacevoli da usare grazie ai profumi intensi ed alle texture setose sia efficaci in virtù degli attivi naturali sempre presenti e sempre estratti nel rispetto della natura.
Ciascuna di esse rappresenta un vero e proprio rituale scandito da tre momenti: detersione, nutrizione e sublimazione. Il primo consta nell’utilizzo dello shampoo più adatto alla nostra tipologia di capello, il secondo nell’applicazione del relativo balsamo ed il terzo nell’applicazione di un cosmetico capace di enfatizzare i risultati positivi ottenuti con i primi due elementi.
La selezione delle materie prime e delle fragranze non è casuale, bensì strettamente collegata alle necessità espresse, tanto che potremmo parlare di un vero e proprio percorso polisensoriale: è come se colore, aroma e texture collaborassero alla creazione di un’esperienza ed evocassero l’effetto del prodotto anche non conoscendone le caratteristiche.
Così ad esempio la linea ai Semi di Lino, adatta a chiome bisognose di volume, possiede una fragranza agrumata verde che la profumeria fa ricadere nel novero delle note di testa, sentori dalle molecole molto leggere, perfettamente in sintonia con il risultato cercato e capaci di trasmettere sensazioni olfattive fresche, pulite, luminose.
La gamma completa si articola in ben 20 linee, rendendo veramente difficile non trovare risposta soddisfacente alle proprie aspettative ed ai propri gusti in fatto di profumazione. Volete sapere cosa ho aggiunto alla mia personale wish list? Allora continuate a leggere, ma fate attenzione: il rischio contagio è altamente probabile!
La linea alla Centaurea è in assoluto la mia preferita: con il suo profumo dall’accento cipriato mi trasmette una sensazione di eleganza sobria e composta, ma non per questo fautrice di una bellezza meno luminosa e catalizzante. Il fiore color lilla della centaurea, che in tempi passati è stato utilizzato per tingere, è ora dedicato alla cura dei capelli bianchi o grigi: la sua colorazione fredda, unita alla lievissima capacità tintoria, riesce infatti a contrastarne l’ingiallimento. Ovviamente può essere impiegato con successo anche per rendere meno calda qualunque tonalità di biondo o di castano, ad esempio per correggere una tinta troppo paglierina o un tocco ramato che proprio non vogliamo.
La linea alla Peonia Cinese, le cui radici contengono sostanze in grado di portare sollievo al cuoio capelluto sensibile e soggetto a prurito, vanta un sentore di rosa che gli si accorda perfettamente in qualità di calmante e stabilizzante dell’umore, quasi un lenitivo per l’anima. Se amate le fragranze fiorite ve ne innamorerete quanto me.
Per ricreare in casa propria il clima degli hammam orientali sono indispensabili i prodotti al Dattero del Deserto, che sto provando proprio in questo momento e che si sono recentemente arricchiti di un balsamo riparatore che su di me sta funzionando benissimo!
Altro balsamo di sicura efficacia è quello alla Cera di Magnolia, pensato per i capelli spenti e capace di donare una luminosità inedita a tutta la capigliatura. Non vedo l’ora di parlarvene più nel dettaglio, probabilmente in un video sul canale YouTube.
Chi perde molti capelli dovrebbe invece provare il set alla Chinina, arricchito dall’estratto della corteccia dell’albero di china, staccata a mano solo dopo aver raggiunto i 6 anni di età, dall’estratto di pino e da quello di caffè. Perfetto anche per i capelli sottili, ha una profumazione balsamica adatta anche ai maschietti di casa. Nel mio mirino è finita la Cure de Force, un trattamento da applicare sul cuoio capelluto tre volte alla settimana per tre mesi, per stimolare la crescita del capello e rallentarne la caduta.
Durante il periodo estivo (ma non solo) è impossibile rinunciare all’olio secco al Burro di Mango, che con quel fantastico profumo di frutta matura sembra una prelibatezza culinaria anziché un ritrovato cosmetico! Fragranza paradisiaca a parte, ha la capacità di proteggere la chioma dai raggi UVA ed UVB e rappresenta un indispensabile delle vacanze al mare.
Tra i must have del marchio non posso dimenticare di citare anche lo Shampoo Secco, i cui usi vanno molto oltre il mero pulire la capigliatura in momenti di particolare fretta: utilizzato nel modo corretto può trasformarsi in un vero e proprio strumento di styling ed in un fissatore della piega. Se l’argomento è di vostro interesse fatemelo sapere con un commento sulla pagina Facebook: sarei felice di approfondirlo, raccontandovi più nel dettaglio quello che ho avuto modo di apprendere durante l’intensa giornata trascorsa in casa Klorane.
Finora abbiamo parlato di capelli, ma il brand francese possiede anche una serie di interessanti proposte per la cura della pelle (disponibili anche in Italia), ed una linea al fiordaliso per occhi sensibili ad oggi reperibile solo oltreconfine, ma della quale aspetto con ansia l’arrivo nella nostra penisola. Nel frattempo anche le patchs lissants défatigants per uno sguardo sempre riposato finiscono nella lista dei desideri.
Voi avete già provato questo brand? Come vi siete trovate? Lasciatemi un commento ovunque vogliate e parliamone insieme!
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