Quella della seta è una storia lunga ed affascinante che sboccia nella Cina del 2800 a.C. grazie all’imperatrice Xi Ling Shi, soprannominata “la regina della seta” per aver avuto quella straordinaria intuizione che diede avvio all’arte della sericoltura. Sebbene l’impero cinese si fosse operato per mantenere segrete le modalità di coltivazione, queste finirono per oltrepassare i confini del regno giungendo in Europa dove affondarono le proprie radici nel nostro soleggiato sud Italia, che dal XII secolo divenne il maggior produttore di seta del continente, una tradizione che non si è mai affievolita e che perdura tutt’oggi.
Curiosamente, i lavoratori del settore avevano mani morbide e giovani nonostante stessero a contatto con l’acqua per molte ore al giorno, un risultato che le ricerche moderne attribuiscono alla sericina, proteina della seta dalle spiccate doti idratanti e protettive; qualità, queste, che sono ora messe a nostra disposizione grazie ai bozzoli Serì, la cui vocazione è quella di coniugare i benefici della sericina con le qualità leviganti del filo da seta così come viene tessuto dal baco.
Nonostante l’idea possa suggerire preziosi trattamenti importati dall’Oriente, la filiera produttiva è tutta italiana e composta da molte piccole imprese agricole del nostro territorio, un elemento di fondamentale importanza sia per lo sviluppo economico del nostro paese sia come garanzia di qualità e sicurezza del prodotto.
Se vi ho incuriosite non vi resta che guardare il video per scoprire come utilizzare i bozzoli da seta Serì e come trarre beneficio dall’acqua ricca di sericina ascoltando la mia esperienza e le mie impressioni.
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